II Domenica di Quaresima

Anno C 13 Marzo 2022

Gen 15,5-12.17-18 – Sal 26 (27) – Fil 3,17 – 4,1 – Lc 9,28b-36

“Mentre i discepoli dormivano ancora, l’uomo del Signore, Benedetto, già vegliava, anticipando l’ora della preghiera notturna. In piedi davanti alla sua finestra, in piena notte, pregava il Signore onnipotente, quando vide ad un tratto sorgere una luna che dissipava le tenebre e brillava di tale splendore, che avrebbe fatto impallidire quello del giorno. Mentre la guardava, successe qualcosa di straordinario: come raccontò più tardi, il mondo intero si raccolse tutto davanti ai suoi occhi come un raggio di sole (…). Come è possibile che il mondo intero sia visto così da un uomo? (…) Per chi vede il Creatore, l’intera creazione è limitata. Se appena si intravede la luce di Dio, tutto ciò che è creato appare troppo angusto. La luce della contemplazione interiore, infatti, ingrandisce l’anima, e questa, a forza di dilatarsi in Dio, travalica il mondo. Debbo dirlo? L’anima del contemplativo travalica se stessa, quando, nella luce di Dio, è trasportata al di là di sé. Allora, guardando al di sotto di sé, comprende quanto sia limitato ciò che sulla terra le sembrava senza confini. Quell’uomo (…) non ha potuto avere quella visione se non nella luce di Dio. Non c’è allora da stupirsi che abbia visto il mondo intero tutto raccolto davanti a sé, poiché egli stesso, nella luce dello Spirito, era innalzato fuori del mondo. Quando si dice che il mondo si raccolse sotto i suoi occhi, ciò non significa che il cielo e la terra si siano contratti. Ma l’anima del veggente si è dilatata. Rapito in Dio, poté vedere senza fatica tutto ciò che è al di sotto di Dio” (San Gregorio Magno).

(Esperienze mistiche. Negli scritti dei grandi maestri, Ed. Paoline, pag. 262-263)