XXV Domenica T.O.

Anno C – 18 Settembre 2022

Am 8,4-7 – Dal Sal 112 (113) – 1Tm 2,1-8 – Lc 16,1-13

“[…] Se ci consentiamo di essere infedeli nelle piccole cose, dicendoci che tanto non importa, quando verrà il giorno in cui vorremo sbarazzarcene ne saremo talmente coinvolti che non sapremo come fare. Gesù, descrivendo il diavolo come il padre della menzogna, ce lo spiega in due semplici parole. Il diavolo si presenta persino a Gesù come angelo della luce per tentarlo nel deserto. Per prima cosa Gli dice: «Sei affamato; ecco un’ottima ragione per trasformare le pietre in pane» (Mt, 4,1-11; Lc 4,1-13). Ma se Gesù lo facesse anteporrebbe le cose materiali alla volontà di Dio. «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato» (Gv 4.34). Gesù gli risponde: «Non di solo pane vive l’uomo ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio» (Mt 4,4; Lc 4,4). Anche uno stupido direbbe che Gesù ha il diritto di mutare le pietre in pane. Ha digiunato per quaranta giorni, e nessuno potrebbe farGli obiezione o biasimarLo se lo facesse sempre. Forse se Gesù avesse ceduto, il diavolo si sarebbe spinto ancora oltre. Se quella volta avesse risposto con un sì quando, inchiodato alla Croce, Lo schernivano, dicendoGli: «scendi dalla Croce visto che stai soffrendo» (Mt 27,40; Mc 15,30), forse l’avrebbe fatto […].

Il diavolo non ti suggerisce mai di rubare qualcosa di importante. È molto challak [termine bengali che significa «astuto»]. Dirà invece di prendere soltanto dieci spiccioli dalla scatola dei soldi. Il giorno dopo qualcosa in più, piano piano. Il primo giorno non vi dirà mai di prendere dieci rupie, ma verrà il momento in cui vi chiederà di sottrarre una grossa cifra dalla scrivania della Madre. Nello stesso modo con cui compiamo piccole cose con grande amore, possiamo compiere piccole cose con grande odio nel cuore”.

(Madre Teresa, Dove c’è amore, c’è Dio. La via per la felicità spirituale, a cura di Brian Kolodiejchur, Ed. BUR saggi, Rizzoli, sintesi p. 129-130)