Anno B – 5 Settembre 2021
Is 35,4-7a – Sal 145 (146) – Gc 2,1-5 – Mc 7,31-37
Mi prendi in disparte, lontano dalla folla, ti vedo, ma non capisco chi sei. Non ho orecchi per ascoltarti, non ho voce per risponderti: sono muto e sordo, vivo un silenzio che è pena, solitudine amara. Mi giudicano, mi condannano: non posso difendermi, non ho mezzi, non ho la capacità. Vivo in mezzo agli altri senza essere compreso, senza potermi esprimere, senza poter capire cosa sta per accadere, sono solo…
Sei qui davanti a me, i tuoi occhi mi guardano come nessuno prima, e le tue mani iniziano a toccarmi. Sento le tue dita negli orecchi e un calore mi pervade il capo, sono fuori di me ma allo stesso tempo mi sento al sicuro, perché le tue mani accolgono la mia miseria, il mio peccato, il mio dolore: non sono più solo…
Ora la tua bocca mi offre la tua saliva, ma non c’è disgusto, sento sulla lingua un sapore dolce, un profumo di gioia, di pace. I tuoi occhi guardano in alto, stai parlando con Qualcuno, lo stai vedendo e gli parli di me, solo di me. Il tuo sospiro arriva sul mio volto come leggero alito di Vita: «Effatà», un palpito, sono libero! Il cuore mi scoppia, ho udito quella Parola: «Apriti!».
È la prima parola che abbia mai udito!
E sarà l’ultima. Quando arriverò alla porta del Cielo la sentirò di nuovo e tutto avrà il sapore che ora sento sulle labbra, tutto avrà il tuo profumo e il silenzio non sarà condanna ma armonia di voci che cantano la tua gloria. Tutto sarà Effatà!