II Domenica T.O.

Anno C – 16 Gennaio 2022

Is 62,1-5 – Sal 96 (95) – 1Cor 12,4-11 – Gv 2,1-11

C’è una vigna in cui le viti crescono al tepore del Sole di giustizia, al vento di brezza leggera, piantate sul monte della promessa di Dio. È il luogo dove vengono raccolti acini di amore, spremuti nel torchio della sofferenza, posti nei tini dell’offerta. È la vigna della volontà divina accolta, della Parola vissuta, del profumo del vino nuovo che irrompe nella vita ormai annacquata, sbiadita, scaduta, e la riempie di forza nuova.

È il luogo dell’anima in cui si attinge alla Sorgente di ogni grazia, la cella vinaria in cui si assorbe l’ebbrezza dello Spirito, perché le nozze sono dentro di noi, la festa è sempre al suo culmine, la gioia prorompe in canti nuovi.

È il luogo dell’unione con Dio, ma anche il centro di ogni unità, punto di convergenza di ogni frammento di cuore che sfugge e rischia di perdersi nel nulla. È presa di coscienza di ogni bisogno che vibra nell’umanità, che fa vivere in unione con ogni lacrima, con ogni giara rimasta vuota, con ogni solitudine, con ogni dolore.

E il vino buono che celebra le nozze fa diventare spose, ma anche madri. Madri che hanno lo sguardo attento a ciò che manca e alla Pienezza, come Maria, che guarda le anfore vuote e il Figlio suo, l’Amato. È lo sguardo della contemplazione che si posa al contempo sulle realtà del cielo e sulla concretezza della terra, perché la gloria di Dio è nascosta dentro il nostro cuore ma si rivela nel nostro agire: Qualsiasi cosa vi dica, fatela.