La regola spirituale

Signore, non si esalta il mio cuore

né i miei occhi guardano in alto;

non vado cercando cose grandi

né meraviglie più alte di me.

Io invece resto quieto e sereno:

come un bimbo svezzato in braccio a sua madre,

come un bimbo svezzato è in me l’anima mia.

Israele attenda il Signore,

da ora e per sempre (Sal 131)

E il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi (Gv 1,14)

Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me (Gv 14,6)

Introduzione

Questo percorso nasce da un’intuizione interiore che accoglie un sentire da sempre presente nella Chiesa, ma più urgente in questo momento storico. È indubbio che ormai la società contemporanea patisca una cultura del rumore, dove il silenzio sembra non trovare più lo spazio necessario per ricondurre le persone ad uno stato di pace interiore. In questo sottofondo, il desiderio del silenzio sembra prorompere con potenza in molte anime, consacrate o laiche, che all’interno della Chiesa, esprimono in vari modi questa esigenza. Tra questi si inserisce il Cammino di Betlemme, che vuole prendere spunto dall’esperienza umana del Verbo Incarnato.

Betlemme è il luogo privilegiato dove il Figlio di Dio si è manifestato come l’Emmanuele, Dio con noi. Fin dai primi secoli, Betlemme ha visto la presenza di cristiani che hanno sentito il bisogno di vivere stabilmente nei luoghi dove è avvenuta la nascita del Salvatore. Tra questi, ricordiamo san Girolamo e santa Paola. Questa nobildonna romana, vedova, con i suoi beni fece costruire una casa di accoglienza per pellegrini, un monastero maschile, guidato dallo stesso Girolamo, e un monastero femminile, dove anche lei prese dimora insieme alla figlia Eustochio. A memoria della loro presenza troviamo a Betlemme delle grotte facenti parte di un insieme di luoghi dai nomi significativi: il Campo dei Pastori, il Pozzo dei Magi, la grotta di San Girolamo, la Grotta degli Innocenti (che ricorda lo sterminio dei bambini da parte di re Erode), la Grotta di san Giuseppe, la Grotta del Latte e la Grotta della Natività, inseriti nel patrimonio artistico e religioso della Custodia di Terra Santa, tradizionale oggetto di visite e devozioni. A queste grotte bisogna aggiungerne un’altra, che non fa parte dei consueti percorsi e si trova alle spalle della Grotta della Natività. Si può visitare solo in casi eccezionali e vi si accede dalla cantina dei Frati Minori della Custodia. È la cosiddetta Grotta del Bagno del Bambino, che la tradizione indica come il luogo in cui Gesù fu lavato dopo il parto e, secondo varie ipotesi, potrebbe trattarsi della autentica Grotta della Natività.

Su queste basi è nata l’idea di sviluppare un percorso spirituale, molto semplice, che faccia riferimento alle grotte di Betlemme, precisando per ognuna di esse un significato simbolico, con l’obiettivo di aiutare chiunque desideri camminare verso una maggiore unione con Dio. Questo cammino è essenzialmente «spirituale eremitico-interiorizzato», cioè teso a vivere in maggiore profondità e solitudine il proprio rapporto con Dio. È un itinerario spirituale che ha come fine l’unione con Dio. È rivolto a battezzati di qualsiasi stato di vita, riconoscendo per tutti quella chiamata universale alla santità, che si fonda sul Battesimo. Vivendo la parola del Signore quando tu preghi, entra nella tua camera, chiudi la porta e prega il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà (Mt 6,6), l’anima (1), davanti al santo Bambino, scopre di essere chiamata a vivere una fraternità universale, per cui questo percorso avrà il nome di Cammino di Betlemme.