Infatti dovunque siamo e andiamo, noi abbiamo la cella con noi: fratello corpo è la nostra cella, e l’anima è l’eremita che vi abita dentro per pregare il Signore e meditare su di lui.

(Compilazione di Assisi [Leggenda Perugina], 108 = Fonti Francescane 1659).

Città, strada, deserto… immagini che vedi nella Home Page e che vogliamo spiegarti.

Probabilmente la parola eremita può farti paura ma nel Cammino di Betlemme significa intimità col Signore, saper riconoscere nella semplicità della vita quotidiana il senso di Dio. Significa alzarsi al mattino, come te, per andare al lavoro o a scuola, e trovare un po’ di tempo per ascoltare la Parola, per farsi guidare dallo Spirito nelle decisioni da prendere nella giornata, per capire che le cose negative possono diventare occasioni di maturazione, per imparare a conoscersi in profondità.

Noi eremiti interiori del cammino di  Betlemme, cerchiamo di portare Dio dovunque ci troviamo: la città è lo spazio dove gettare i semi raccolti nel deserto, ossia gli spazi di preghiera silenziosa che viviamo quotidianamente e in giorni particolari, dedicati a ritiri. La strada è il segno tangibile del Cammino: l’itinerario per andare al lavoro, il tempo di attesa in un ambulatorio medico, il viaggio per raggiungere un familiare o un Santuario. Tutto quello che la vita ordinaria presenta può diventare luogo di preghiera, luogo di dialogo con Dio. È un percorso spirituale adatto ad ogni stato di vita, nato da esperienze vissute e raccolte affinché possa essere di aiuto anche a te, se desideri rinnovare la tua preghiera. 

Troverai s. Francesco e il suo rapporto con il Crocifisso,  s. Ignazio di Loyola con i suoi esercizi spirituali, s. Gemma Galgani, eremita nella città di Lucca, s. Giuseppe Benedetto Labre, con la sua vita itinerante, il beato Charles de Foucauld abitante del deserto e molti altri che hanno ispirato questo percorso. Come loro, anche noi cerchiamo di gioire nel luogo che Dio ci ha preparato, ogni giorno, perché ogni giorno è incontro col Signore della vita.

Siamo presenti soprattutto a Firenze e in altre città toscane ma eremiti sono presenti anche nel Veneto, in Basilicata, in Puglia, nelle Marche, in Emilia Romagna, in Liguria, in Svezia, in Svizzera, in Germania e perfino in Australia. Abbiamo un progetto condiviso con le Sorelle Clarisse Cappuccine e con i Frati Minori Cappuccini

Perché il Cammino di Betlemme

Lo Spirito e la sposa dicono: “Vieni!”. E chi ascolta ripeta: “Vieni!” (Ap 22,17)

Dal Vangelo secondo Marco 

Diceva loro: «Si porta forse la lampada per metterla sotto il moggio o sotto il letto? O piuttosto per metterla sul lucerniere? Non c’è nulla infatti di nascosto che non debba essere manifestato e nulla di segreto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per intendere, intenda!» (Mc 4,21-23).

Ci sono momenti nella vita in cui sentiamo dentro al cuore una certa inquietudine, un bisogno profondo di risposte, di fare chiarezza, di capire il senso del quotidiano, di riscoprire la semplicità, l’essenziale.

Il Cammino di Betlemme prova a darti un metodo per illuminare le tue giornate, per farti capire che sei proprio tu quella lampada che non può essere messa sotto il moggio o sotto il letto, che è giunto il momento per te di venire alla luce, di rinascere in un’esperienza nuova, facendo tesoro del dono immenso ricevuto nel Battesimo e nei Sacramenti: imparare ad ascoltare Dio, te stesso e gli altri.

Attraverso questo Cammino il Signore vuole condurti nel deserto interiore, un deserto abitato dalla sua grazia nel quale puoi combattere e vincere la battaglia contro il rumore, contro le migliaia di voci che ti impediscono di ritornare alla Fonte dalla quale puoi attingere l’Acqua della Vita. Il Cammino è il bicchiere per dissetarti ogni giorno a questa Fonte, è un mezzo per arrivare al fine ultimo, l’unione con Dio.

Avrai dei luoghi spirituali dove entrare ogni giorno, quando e come vorrai, dove trovare riparo, dove poter rigenerare il tuo spirito affaticato e stanco. Sono le quattro modalità di preghiera della tradizione cattolica che sono chiamate simbolicamente Grotte, in riferimento alle grotte che troviamo a Betlemme, dove i primi cristiani si insediarono per vivere più intensamente la loro relazione con Dio (vedi Introduzione della Regola).

Potrai entrare pertanto nella Grotta di San Girolamo dove meditare la Parola di Dio e intendere ciò che ti suggerisce; nella Grotta del Latte dove metterti alla scuola di Maria, Madre della Chiesa, per consolidare la tua fede; nella Grotta degli Innocenti per elaborare, dare un senso e offrire  la tua sofferenza; nella Grotta della Natività dove iniziare un dialogo silenzioso e profondo con il Signore, dove poterlo adorare in spirito e verità (cfr. Gv 4,23). Esiste inoltre un’altra Grotta, semisconosciuta, la Grotta del Bagno del Bambino, che rappresenta l’unione intima tra te e Dio e che non può essere codificata: è il tuo rapporto unico e irripetibile con Lui dove potrai scoprire la tua vera identità, la tua missione, il tuo nome nuovo: sei tu nascosto nel Suo mistero d’amore, in quel luogo segreto che solo Lui potrà rivelare al tuo cuore. 

Questo testo non riporta il nome degli autori perché sono molti, uniti nel silenzio e nella comunione fraterna: ognuno ha portato una parte di sé in questo Cammino e ogni parte ha lo stesso valore poiché ognuno ha fatto ciò che era in suo potere (cfr. Mc 15,8), come farai anche tu vivendo il Cammino di Betlemme con gioia e perseveranza. 

La fame, la sete, il dolore, la paura sono lasciate al pellegrino perché si rallegri dell’ospitalità, dell’amicizia, dell’acqua e del pane, perché li riconosca, perché capisca nella sua carne, nel suo corpo, cos’è stato il deserto, il digiuno, la tentazione, cosa sia la dolcezza di Cristo, il suo perdono. Perché la verità di una cosa si attacca solo alle ferite che sanguinano di desiderio”.

(Un antico pellegrino di Santiago di Compostela)

Il Signore ti dia Pace!